Disturbi alimentari tra i giovani: presa in cura del sistema familiare
Il convegno con esperti organizzato dalla Casa di Cura Villa Santa Chiara riflette su come intervenire con una terapia multidisciplinare che riguarda non solo il paziente ma anche i genitori
Verona, 4 ottobre 2024 – «Coinvolgere la famiglia, in particolare i genitori, nel percorso terapeutico dei figli affetti da disturbi alimentari è essenziale, e spesso implica un processo di introspezione e lavoro su sé stessi.
Questo, in sintesi, l’intervento della dott.ssa Maria Zaccagnino, Supervisore e Facilitor EMDR, Direttore Scientifico del Centro di Terapia EMDR per l’Anoressia di Milano durante
il convegno «Il ruolo delle figure genitoriali» organizzato oggi dalla Casa di Cura Villa Santa Chiara nella propria sede a Quinto (Vr).
La dott.ssa Zaccagnino si è focalizzata sul «ruolo cruciale dei genitori dei pazienti con disturbi del comportamento alimentare, prendendosi cura dei loro vissuti». Nella sua relazione precisa: «Includere i genitori nel percorso terapeutico non significa solo supportare il singolo paziente, ma intervenire sull’intero sistema familiare, portando beneficio a tutti i suoi componenti. In molte famiglie esistono situazioni di sofferenza latente, non affrontate né curate, che continuano a influenzare negativamente la dinamica familiare e il percorso di guarigione».
Includere il genitore nel percorso terapeutico significa cercare di dare beneficio a tutto il sistema familiare. Il disturbo alimentare ha di solito alla base un dolore che deve essere curato e che a volte richiede un lavoro anche sui genitori che va poi a influire sul proprio figlio o sulla propria figlia. Ci sono tante situazioni in cui all’interno della famiglia esiste una situazione di sofferenza importante che non è mai stata trattata e curata».
I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione sono patologie in continuo aumento, accresciute e aggravate tra i giovanissimi anche in seguito alle conseguenze psicologiche del Covid, oltre che da una maggiore attenzione e conoscenza delle patologie. I tempi di insorgenza sono sempre più anticipati tanto da colpire ragazzini e ragazzine di 10-12 anni con la concreta possibilità, secondo gli esperti, che l’età nel prossimo futuro diminuisca maggiormente. Ne soffrono 3 milioni in Italia (circa il 5% della popolazione) e le statistiche indicano che l’8-10% di ragazze e lo 0,5-1% di ragazzi affrontano disturbi come anoressia o bulimia. Nel 2022-2023 la Regione Veneto ha registrato1.350 prime visite, 3.000 pazienti seguiti, 1.000 ricoveri e 350 accessi al Pronto Soccorso.